Dal 21 Gennaio 2019 a Milano stop ai diesel Euro 0, 1, 2, 3 Da ottobre anche agli Euro 4
- Marcello Pirovano
- 12 giu 2018
- Tempo di lettura: 3 min

Ci risiamo. L’ultima inutile, disinformata e costosa crociata contro il motore diesel viene dal Sindaco di Milano Giuseppe Sala e dal suo Assessore al Traffico Marco Granelli.
Sono convinti che 180 telecamere, una selva di cartelli segnaletici e un reggimento di Agenti della Polizia Comunale (che per queste cose si trovano sempre e sulle strade mai) faranno magicamente sorgere intorno a Milano una specie di muro alto, alto, alto che impedirà all’aria di fuori di entrare in città. Neanche fosse un’immigrata clandestina senza permesso di soggiorno.
Così protetta Milano diventerebbe la sola oasi beata in Val Padana libera dall’assedio creato tutt’attorno dall’industria, dall’agricoltura, dal riscaldamento, da ogni attività produttiva, dal trasporto pubblico e privato.
E quando si parla di trasporto privato è naturalmente l’auto, e quella a gasolio in particolare, la responsabile di ogni male.
Spieghiamoci meglio. Dal 21 gennaio 2019 tutte le strutture e le forze (armate) messe in campo impediranno alle auto diesel Euro Euro 0, 1, 2, 3, e da ottobre alle Euro 4, di entrare in Milano e a quelle presenti in città di muoversi in gran parte della città. Non di circolarci intorno perché non si ha notizia di alcun coordinamento con le Amministrazioni circostanti, con la fantomatica “Area Metropolitana” e, ancora meno, con la Regione che, proprio con l’assessore all’Ambiente Raffaele Cattaneo sta sollevando non pochi dubbi sull’efficacia dell’operazione.
Sarebbe infatti ben più utile togliere di mezzo, anche ai fini di una maggior sicurezza, le auto più vecchie, diesel o benzina che siano, sostenendo il rinnovamento con appropriate misure di incentivazione come avviene, e con risultati concreti, in altri Paesi. Perché la sostituzione delle colpevolissime caldaie è incentivata e quella dei vecchi diesel no? Perché la Regione concede risparmi a chi rottamizza queste auto e il Comune vuole solo fermarle ai 180 varchi che immettono in città con le famigerate telecamere? Forse perché queste producono succose multe come gli autovelox piazzati a caso e le strisce blu che tra un po’ troveremo anche dento i cortili interni dei condomini? Davvero non si possono spendere meglio i soldi destinati all’ennesima misura solamente repressiva verso gli automobilisti?
E il problema non è soltanto milanese perché, c’è da scommetterci, non mancheranno imitazioni in altre città. Non a caso il Sindaco Sala è andato a farsi bello con la grande invenzione milanese dalla collega Raggi di Roma in una relazione di amorosi sensi (di superiorità) che fino a qualche settimana fa sarebbe stata considerata incestuosa. Le auto diesel, specie le più moderne, sono in realtà un falso problema e un comodo alibi.
Intanto perché i vari costruttori non hanno mai smesso di investire in ricerca e sviluppo mettendo in produzione motori sempre più puliti e poi perché molte documentazioni rigorosamente scientifiche di Enti e Istituti di Ricerca pubblici e privati e Università dimostrano che sul diesel sono in atto, in materia di emissioni, progressi costanti e inconfutabili che rendono questi motori addirittura più puliti di quelli a benzina.
Tutto materiale a disposizione di chiunque voglia prendersi il disturbo di prenderne visione e sarebbe bene lo facessero i Centri decisionali prima di attivare provvedimenti che creano solo inutili problemi al lavoro ed alla quotidianità dei cittadini.
Se fossero meglio informati (e consigliati) certi amministratori scoprirebbero, ad esempio, che oggi per rispettare le utilissime e vincolanti normative europee sulle emissioni sono già disponibili qualcosa come 15 sperimentate tecnologie e che sono in arrivo diesel dieci (ripetiamo in cifre: 10) volte meno inquinanti di quanto stabiliscono le norme UE.Sono queste le misure che vanno supportate e incentivate, non le telecamere, i divieti inutili e le spese che si trasformano in sprechi.
Studiare bene i problemi prima di decidere e di spendere denaro pubblico è il minimo che si ha il diritto di pretendere. Tutti i costruttori e le associazioni di categoria (UNRAE e ANFIA in primo luogo) sono disponibili e pronte ad ogni incontro e confronto.Tornando infine alla questione milanese anche la Compagnia dell’Automobile ha chiesto, da mesi, incontri con Sindaco, Assessore e Comandante della Polizia Urbana.
Purtroppo, dopo inutili e reiterati solleciti, l’attesa di un cenno di risposta e di disponibilità ha ormai superato ogni limite di corretto rapporto tra cittadini e una Amministrazione che, a parole, invita alla collaborazione e, nei fatti, la ignora.
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