Intervista al Dr. Andrea Stegher, SVP Corporate Strategy di SNAM
- Marcello Pirovano, Mariano DaRonch
- 24 nov 2016
- Tempo di lettura: 4 min

Il metano, la realtà e i programmi di SNAM.
SNAM, un universo ampio e complesso tanto da meritare una presentazione di tipo divulgativo: cos’è oggi Snam. Cosa rappresenta nel mondo dei grandi produttori di energia e che programmi persegue?
Andrea Stegher: “Snam è un operatore impegnato nella realizzazione e gestione integrata delle infrastrutture del gas naturale, non vende gas ma si occupa di trasportarlo per conto di aziende terze - Eni, Enel, Edison solo per citarne alcune - con cui intrattiene rapporti commerciali.
È quotata in Borsa e il suo azionista di controllo è Cassa Depositi e Prestiti. Negli ultimi anni, Snam è stata interessata da numerosi cambiamenti e ha sviluppato un percorso di sviluppo internazionale che l’ha portata a completare acquisizioni in UK, Austria, Francia, oltre a diventare azionista del progetto Tap, per importare metano dall’area del Caspio. Contestualmente, a fronte di una domanda gas che non è cresciuta come in passato, Snam si è posta l’interrogativo di come utilizzare le infrastrutture esistenti per fornire un contributo per risolvere esigenze di primaria importanza quali l’efficienza energetica e la salvaguardia ambientale. In questo scenario si inseriscono le attività di promozione del metano per autotrazione nel più ampio quadro della mobilità sostenibile, con cui vogliamo contribuire ad abbattere le emissioni inquinanti e ridurre i consumi di petrolio per il trasporto via terra e via mare. L’obiettivo è favorire una maggiore capillarità delle stazioni di rifornimento a CNG, che attualmente rappresentano solo il 2% delle 20.000 circa a benzina e gasolio, con forti diseguaglianze di copertura territoriale.”
Il metano, dunque, è la vostra missione. Ma cos’è il metano, in Italia che quota di energia rappresenta e in quali settori dell’industria e della vita quotidiana opera?
AS: “Il metano è un gas naturale di origine fossile che viene estratto dal sottosuolo. In Italia storicamente ha avuto sviluppo in Val Padana e oggi prevalentemente al largo del mare Adriatico. Non è contenuto in una caverna sotterranea, ma viene intrappolato in micro pori dai quali viene aspirato per differenza di pressione a 1.000/1.500 metri di profondità senza effetti sulla sicurezza e tutela dell'ambiente. 7/8 miliardi di metri cubi è la produzione annua in Italia. Viene utilizzato principalmente nell’industria, nel riscaldamento domestico, nell’autotrazione e nelle centrali elettriche. Non dimentichiamo che quando accendiamo la luce in casa molta dell’energia elettrica è originata dal metano, specie in questo momento che le centrali nucleari francesi sono inoperose per manutenzione o per la crescente difficoltà a investire in questa tecnologia.”
Quali altri vantaggi offre visto che ad un recente incontro con importanti utilizzatori come FCA e IVECO non avete usato lo storico slogan “Il metano ti dà una mano” ma avete parlato di “Eccellenza Italiana”.
AS: “Si tratta di un’eccellenza in termini quantitativi e qualitativi, in virtù di una tecnologia già disponibile, ben sviluppata e che rifornisce oltre un milione di veicoli a metano già circolanti in Italia. Se poi guardiamo all’intera filiera, parliamo di un totale di circa 20.000 addetti e un fatturato di 1,7 miliardi di euro.”
Visti allora questi innegabili vantaggi e valori socio-economici qual è l’atteggiamento delle Istituzioni centrali e locali, e dell’industria automobilistica con la relativa filiera?
AS: “All’incontro cui lei accennava la presenza dei ministri Delrio e Calenda è una conferma dell’appoggio governativo per lo sviluppo del metano. Inoltre la direttiva europea DAFI (dove “I” significa Infrastrutture, cioè il campo d’azione di Snam), che a breve sarà recepita anche dal Parlamento italiano, detta norme precise in favore dello sviluppo dei carburanti alternativi.”
Sono quindi da ritenere contrarie a norme europee vincolanti le iniziative che, invece di favorire l’uso di veicoli a metano, ne ostacolano in pratica la diffusione. È il caso della norma che a Milano intende far pagare il ticket per l’ingresso in AreaC anche alle auto a metano e GPL. Norma contestata da associazioni ambientaliste e di categoria come Federmetano, Assogasliquidi e Confcommercio, da case automobilistiche e della filiera, dagli automobilisti interessati, da forze politiche e dalla Compagnia dell’Automobile.
AS: “Non mi voglio esprimere sulle singole misure di una specifica amministrazione. In generale, penso sia importante fare attenzione a favorire lo sviluppo del metano e della relativa rete di rifornimento superando anche normative meno avanzate come il divieto del self service ai distributori, che obbligano la presenza dell’operatore alla pompa. Ci auguriamo, pertanto, che anche il conducente di un’auto a metano possa ricevere lo stesso trattamento degli altri.”
Immaginiamo che queste cose le abbiate dette a chi deve prendere le opportune direttive perché ci sembra che non ci sia peggior sordo di chi non vuole sentire. Tipico è proprio il caso del Comune di Milano che con la questione dell’AreaC, in pratica va contro le normative europee e penalizza il metano e la Regione Lombardia che, retta da una Amministrazione di diverso colore politico, invece sul metano investe da tempo. La questione assume quindi una impropria e dannosa colorazione politica.
AS: “Noi non siamo contro qualcuno, ma preferiamo dialogare con tutti e fornire informazioni ed elementi oggettivi per interventi utili alle decisioni più opportune. Abbiamo già spiegato qual è il nostro obiettivo aziendale con riferimento alla mobilità sostenibile: sviluppare la rete di distribuzione del metano ufficializzando, allo scopo, anche un investimento di 200 milioni di euro in 5 anni, concorrere a ridurre la dipendenza da combustibili inquinanti, produrre energie pulite per la salvaguardia ambientale abbattendo le emissioni nocive, specie il particolato, mettere a disposizione un carburante clean per l’autotrazione e per gli altri usi che abbiamo illustrato. Per tutto questo la tecnologia utile e le strutture di base sono già pronte e immediatamente disponibili, non richiedono nuovi e gravosi impegni economici. Occorre puntare forte su una informazione e una divulgazione corretta e diffusa e, su questo siamo attivissimi. Poi chi deve decidere per il meglio, lo farà.”
Così il metano potrà tornare sempre più a “dare una mano”.
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